Sono trascorsi dodici anni dalla fine di Sex and The City (film discutibili a parte).
È passata una vita dal giorno in cui molte di noi, tra lacrime e sorrisi, si sono rassegante a dire addio a Carrie Bradshaw e alle “ragazze”.
Da quel giorno, a parte una comparsata in alcuni episodi di Glee nel 2013, anche Sarah Jessica Parker è sparita dal piccolo schermo per dedicarsi ad altro, tra romantic comedy al cinema e Bitten, la sua linea di moda low cost.
Separarsi da Carrie & Co. non è stato facile, e ancor oggi, ogni volta che un episodio di Sex and The City passa in tv, siamo tutte lì, diverse rispetto a dodici anni fa, ma sempre pronte a ripetere le battute a memoria e a emozionarci come fosse la prima volta.
Quando alcuni mesi fa arrivò dagli States la notizia che SJP sarebbe tornata sul piccolo schermo protagonista di una serie, all’entusiasmo generale, sono seguite a ruota aspettative altissime.
Il 9 ottobre, ha debuttato così sulla HBO Divorce, black comedy ideata da Sharon Morgan, che vede la Parker protagonista al fianco di Thomas Haden Church (premio Oscar per Sideways) e Molly Shannon (l’indimenticabile Val di Will & Grace).
Lo show ha conquistato subito il pubblico americano, convincendo i produttori a rinnovarla, dopo pochi episodi, per una seconda stagione, e ha debuttato in Italia domenica 27 novembre, su Sky Atlantic.
Questa sera, alle 22.55, dopo le nuove puntate della terza stagione di The Affair, il secondo episodio, e l’appuntamento resterà fisso di mercoledì.
Il titolo racconta da sé di cosa tratti la serie: una coppia in procinto di separarsi, con tutto ciò che un divorzio porta con sé, rimpianti, rimorsi, colpe e responsabilità.
Di cliché però, in Divorce ce ne sono in realtà meno di quanto potremmo aspettarci, e quelli presenti sono ribaltati rispetto a ciò che siamo abituati a vedere nei film o in altre serie.
La prima differenza fondamentale è che, differentemente da quanto s’immagini, la vittima al centro della vicenda, non è Frances, la donna interpretata dalla Parker, bensì suo marito Robert (Haden Church appunto), mollato e tradito un po’ per noia un po’ per abitudine.
Veniamo brevemente alla trama di questa comedy che tanto comedy, in fondo non è: Frances e Robert sono sposati da oltre dieci anni e hanno due figli adolescenti, due lavori stabili ma poco gratificanti, aspirazioni e sogni repressi.
Questo basterebbe già, nella maggior parte delle coppie, a metter fine al matrimonio, mettiamoci anche le scappatelle di Frances con l’intellettuale di turno, e il gioco è fatto.
Una cena tra amici finisce col botto, letteralmente visto che il botto proviene dalla pistola con cui Diane (la Shannon) spara in aria colpendo per sbaglio il marito nel tentativo di calmare gli animi durante un’accesa discussione: lo stesso sparo risveglia dal torpore i sentimenti di Sarah, che la sera stessa chiede al marito il divorzio.
Il caso vuole che il giorno successivo, per via di un banale cellulare “galeotto”, Robert scopra anche la relazione extraconiugale con “J” e sbatta Frances fuori di casa minacciando di rovinarla.
Senza spoilerare troppo sugli episodi successivi, quello che scaturirà da questa situazione alquanto tipica, è una storia a metà tra La Guerra dei Roses e una commedia alleniana.
Perché pur non essendo coinvolto, Woody Allen è nell’aria, molto più in Divorce che non in Crisis in Six Scenes (la poco fortunata comedy scritta per Amazon) soprattutto quando la serie riesce a far sorridere, il più delle volte amaramente, raccontando e sviscerando gli eventi con un umorismo nero cinico e sagace, tipico di Allen.
Perché Divorce, ribaltando alcuni cliché, racconta un tema triste come la fine di un amore, e amaro, viste le lotte legali che vedranno coinvolti i nostri protagonisti, strappando però ogni volta un sorriso.
La Parker lo ha definito “onesto, straziante e divertente”, ed è davvero così: perché “divorzio” non fa rima soltanto con tristezza o fallimento, ma anche con comico, assurdo, ridicolo, come tutte le disavventure che capiteranno a Frances, che consapevole di essere colpevole – perdonate il gioco di parole – le accetterà tutte di buon grado
Se nel primo episodio la sensazione è quella di trovarsi di fronte Carrie, in un’altra vita, come fossimo di fronte a Sliding Doors per intenderci, proseguendo la situazione cambia.
Nelle puntate iniziali ci sembrerà di vedere la Bradshaw più vecchia di dieci anni, incapace di gestire le proprie emozioni e impacciata con i bambini, sempre bellissima e in forma, senza Manolo e Prada ma in splendidi abiti vintage, perfetta anche appena sveglia, con la piega fatta e i calzettoni trendy che comunemente si indossano per la palestra.
Negli episodi successivi però, complice una scrittura del personaggio ben studiata e contrastante con quella di Sex and The City, Sarah riesce a lasciarsi Carrie un pochino (non esageriamo, su) alle spalle, e alla lunga, seppur faticosamente, l’esigenza di un confronto a tutti i costi, si fa finalmente da parte, permettendoci così di goderci questa comedy tagliente e irresistibile.
E chissà, forse se Carrie alla fine di Sex and The City avesse sposato Aidan anziché Mister Big, oggi sarebbe proprio come Frances.
© One World Observatory - New York, NY