Pochi giorni fa, Amanda Seyfried si è aggiudicata un Golden Globe come miglior attrice in una miniserie per il ruolo di Elizabeth Holmes in The Dropout, limited series targata Hulu disponibile in Italia su Disney+.
Qual è il segreto dietro al successo di questa serie breve e di nicchia?
Per tanti le startup sono un mondo confuso ma fantastico che sta a metà tra il durissimo lavoro e la vittoria alla lotteria.
La verità può non essere così distante da questa rappresentazione, ma non basta per capire veramente cos’è il mondo dei venture capitalist e cos’è successo negli ultimi 20 anni a quella che viene definita la startup economy, soprattutto negli Stati Uniti e in quell’angolo di “paradiso” – per chi vuole provarci – che è la Silicon Valley nel cuore della San Francisco Bay Area, nel sud della California.
La serie The Dropout è un buon punto di partenza per entrare in quel mondo. Basata sull’omonimo podcast di ABC Audio, racconta l’ascesa e la caduta di Elizabeth Holmes e della sua criptica azienda, la Theranos.
Dopo numerose nomination ai SAG Awards, ai Critic’s Choice Awards e agli Emmy come miglior sceneggiatura, miglior miniserie e attrice, agli ultimi Golden Globes la sua interprete, Amanda Seyfried ha trionfato, riportando in auge la serie, arrivata sulla piattaforma streaming ad aprile scorso.
Come inizia la storia di The Dropout, la serie a metà strada tra la truffa e il true crime
Nel 2019 Rebecca Jarvis, giornalista e corrispondente di ABC News, pubblica un podcast con il titolo The Dropout.
Si tratta di un’inchiesta sulla ricostruzione dei fatti intorno alla startup Theranos, alle interviste di molti suoi dipendenti e di altre persone collegate ai fatti.
La Theranos è quello che in gergo finanziario viene definito un “unicorno”, ovvero una startup valutata più di un miliardo di dollari (l’azienda ne venne valutata addirittura 9).
A fondarla nel 2003 era stata Elizabeth Holmes, studentessa della Stanford University, che aveva abbandonato gli studi prima di laurearsi per (in)seguire la sua grande idea, che la fece diventare la più giovane donna miliardaria self made.
Come riuscì a ottenere tutti quei soldi?
Cosa faceva davvero la Theranos per valerli?
La Holmes portò a segno il suo obiettivo con una semplice promessa: garantire la democratizzazione degli esami medici per mezzo di una tecnologia che avrebbe permesso di realizzare centinaia di esami prelevando una sola goccia di sangue dai pazienti.
All’inizio l’inchiesta del podcast mira a ricostruire come una giovane imprenditrice come la Holmes potesse mettere in piedi una delle più grandi truffe della storia, trovandosi improvvisamente con miliardi di finanziamenti e il plauso della società, per poi finire indagata in una causa di frode e condannata a 11 anni di carcere.
La storia è talmente incredibile, interessante e accattivante che dal podcast è stata tratta l’omonima miniserie creata da Elizabeth Meriwether (New Girl, Single Parents).
Amanda Seyfried: una favolosa Elizabeth Holmes
La serie è stata premiata per l’ottima performance di Amanda Seyfried (Veronica Mars, Big Love) nel ruolo della protagonista come Best Actress in Limited or Anthology Series or Television Film. La performance non può essere descritta che con le parole della stessa Seyfried, riportate da Variety:
“But fuck, that was fun, […] But it was also kind of nuts that it’s real … I get to go home to my kids without having to deal with the consequences, I guess. So it’s bizarre.”
La giovanissima imprenditrice ha rappresentato anche nella realtà un vero e proprio personaggio, con artifici comuni come per esempio il famoso maglione a collo alto, omaggio all’imperante figura di Steve Jobs e adottato da innumerevoli epigoni. Ma anche con la costruzione di un’immagine composta, seducente e aggressiva che si esprime al meglio con una voce quasi di baritono assolutamente sorprendente per l’età e la fisicità che la Holmes aveva all’epoca dello svolgimento dei fatti.
Un personaggio incredibile nella vita reale così come nella serie, capace di ingannare chiunque e di intraprendere una relazione segreta con quello che era il suo braccio destro (il COO della Theranos per la precisione, il Chief Operating Officer come si usa nel settore tech), ma anche forse in parte il suo burattinaio, Ramesh Balwani, più grande di Elizabeth di 19 anni e interpretato nella serie dal sempre bravissimo Naveen Andrews (Lost, Sense8).
La Seyfried ha portato sullo schermo una giovane donna che per un breve periodo della sua vita grazie alla sua astuzia e alla sua intelligenza ha conquistato l’America, convincendo a supportare o addirittura partecipare al suo progetto uomini politici, istituzioni mediche, fino a un ex-segretario di Stato.
Perché vedere The Dropout?
Per The Verge la serie si focalizza principalmente sulla vita di Elizabeth Holmes e sulle sue frequentazioni come caso esemplare per comprendere al meglio la cultura delle startup unicorno. E mentre mostra le storture e le sregolatezze di questo mondo, lascia anche un po’ l’impressione che la protagonista sia spinta più che altro dalla cultura e dagli ambienti da cui proviene a diventare ciò che poi è stata.
La serie drammatizza in parte gli eventi, senza mai distanziarsi troppo dalla realtà e dall’inchiesta del podcast originale, ma indulgendo forse di più su temi come l’attuale situazione nella Silicon Valley post Jobs, sul ruolo delle donne e sulle tensioni intorno all’universo femminile in questi ambienti.
Per chi è appassionato di drama tech come We Crashed per esempio, o di grandi truffe come Inventing Anna, The Dropout è assolutamente consigliata, non fosse altro per la performance magistrale di Amanda Seyfried, costellata dalla sua ossessiva riproduzione di tutti i tic e i vezzi dell’imprenditrice-truffatrice Elizabeth Holmes.
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