‘Sa che potrebbe essere stata la sua ultima occasione? Dalla finestra entrava la luce di un sole intorpidito, volevo solo uscire dalla stanza. Annientare tutte le altre ultime occasioni che mi aspettavano. Perdere treni, non cogliere attimi, bruciare i ponti e gli ultimi fuochi, sguazzare nel mare dell’irreversibilità’
Stravaganti, insicure, emotive, non convenzionali.
Fragili, flaky in inglese.
Confuse, disorganizzate, fuori dal comune.
Incasinate, messy in inglese.
Le flaky o messy girls, sono donne perennemente in bilico tra il prendere la decisione sbagliata e il procrastinare costante.
Ve ne parliamo in questo nuovo capitolo di “Storie di Serie”, tra serie tv, libri e film che le vedono protagoniste.
Chi sono le “flaky girls”?
Sono molto “quasi troppo” sensibili, vogliono imporsi come protagoniste della loro vita, ma non sempre ci riescono, anzi, quasi mai. Vivono più amori, spesso contemporaneamente, e tante vite in una. Cambiano idea di continuo su tutto, il più delle volte repentinamente, non si accontentano mai e vogliono sempre di più. Nei rapporti sociali, in quelli amorosi, sul lavoro, in famiglia.
Le flaky girls sono ormai un filone ben delineato della cultura pop contemporanea e popolano serie tv, romanzi, film: sono ovunque, e osservandole con attenzione, è semplice capire quanto siano messy, per l’appunto.
Sono personaggi dalle mille sfaccettature, frastagliati, senza un contorno ben preciso: spesso sono irritanti, ma nonostante ciò, è praticamente impossibile non empatizzare con loro. Sono affascinanti perché perennemente contraddittorie.
Indecise, ma paradossalmente risolute su certe cose, passionali ma impaurite, emotive, irrazionali.
Le prime “flaky girls” al cinema
La prima flaky girl che ci ha conquistati, sul grande schermo, nel lontano 2004, è stata Clementine Kruczynski, interpretata da Kate Winslet, in Eternal Sunshine of a Spotless Mind in italiano Se mi lasci ti cancello.
‘Io non sono un’idea, Joel, ma una ragazza incasinata che cerca la sua pace mentale, non sono perfetta’ – Clementine
Qualche anno più tardi, nel 2009 è arrivata Summer Finn, in 500 Days of Summer (500 giorni insieme) la flaky girl più hipster della storia del cinema, interpretata dall’adorabile Zooey Deschanel. È lei a far battere il cuore a Tom (Jason Gordon-Levitt) per tutti i giorni che danno il titolo alla pellicola, sulle note dei The Smiths e dei The Black Lips.
‘La sottoscritta ama stare per conto suo. Il rapporto di coppia è un inferno, si finisce sempre per farsi male. Quindi perché soffrire? Siamo giovani, viviamo in una delle più belle città del mondo quindi finché si può tanto vale godersela! Per le cose serie c’è sempre tempo, non vi pare?’ – Summer
Le “flaky girls” nelle serie tv
Dal grande al piccolo schermo, il passo si sa, è breve, ed ecco che le “ragazze incasinate” hanno debuttato nel mondo delle serie tv, inizialmente quasi sottovoce, per imporsi con maggior prepotenza nel corso degli anni, fino a diventare un vero e proprio genere, attualmente molto florido seppur ancora in fase di assestamento.
Le serie tv che hanno per protagoniste le flaky girls, sono perlopiù dramedy, una via di mezzo spesso sapientemente bilanciata di umorismo e drama, un filo sottile, dove un mood non deve sovrastare sull’altro per rendere credibile allo spettatore ciò che passa sullo schermo.
Le protagoniste delle serie che stiamo per citarvi, hanno diverse caratteristiche in comune: sono trentenni (o comunque millenials) per la maggior parte bianche, privilegiate, che studiano o lavorano grazie al supporto economico dei genitori. Non hanno le idee chiare su niente e in fondo, si sentono ancora delle teenager irrisolte.
Con i genitori hanno un rapporto conflittuale, spesso a causa dell’assenza nella loro vita di uno dei due, o di una madre distratta e poco affettuosa. Sono giovani donne che, nonostante l’età adulta, non hanno ancora deciso quale sia il lavoro che fa per loro, non sono sicure di volersi impegnare e sposare e l’idea della maternità per ora non le sfiora minimamente (per poi coglierle all’improvviso e violentemente in molti casi).
Sono donne sessualmente libere, spesso al centro di triangoli amorosi fluidi e non, o rapporti extra coniugali con uomini sposati o inaccessibili. Non si risparmiamo sull’uso di alcol e droghe leggere, hanno una cultura medio alta e uno stile finto trasandato ma ugualmente trendy che non passa inosservato. Sono sexy, capricciose, testarde e inclini all’ansia e ad altri disturbi come depressione e piccole manie.
Hannah Horvath è la tipica “messy white girl” che abbiamo appena descritto: è la protagonista di Girls, serie tv creata, interpretata e prodotta da Lena Dunham, in onda su HBO dal 2012 al 2017, disponibile in Italia su Sky e NOW.
Girls è la storia di quattro ragazze flaky, che vivono a New York City, tra Williamsburg e Green Point, i quartieri hipster e trendy per eccellenza. Hannah, come molte flaky girls, vuole fare l’artista, in questo caso la scrittrice, ma il percorso lavorativo è costellato di difficoltà sentimentali ed economiche e per nulla semplice. Sei stagioni perfette a livello di scrittura e sceneggiatura.
‘Non voglio spaventarti, ma penso che potrei essere la voce della mia generazione’ – Hannah
Nel 2016, sul piccolo schermo irrompe Fleabag, dramedy inglese scritta e interpretata da Phoebe Waller-Bridge, ragazza prodigio e attrice impeccabile. Fleabag, ambientata a Londra, racconta la storia della protagonista che cerca di barcamenarsi tra relazioni naufragate, un lutto che la perseguita, sensi di colpa e storie d’amore impossibili. Sì, Fleabag è la flaky girl per eccellenza nel panorama seriale mondiale. La serie, composta da 2 stagioni disponibili su prime Video, è stata collocata al n. 61 su una lista del Telegraph degli “80 migliori spettacoli della BBC di tutti i tempi”.
‘Ho il terribile sospetto di essere un’avida, pervertita, egoista, apatica, cinica, depravata, donna moralmente distrutta che non merita di essere chiamata femminista’
– Fleabag
Spirito di sopravvivenza, autodistruzione, senso di inadeguatezza: sono sentimenti che molti di noi conoscono, con cui hanno avuto a che fare in passato, con cui forse ancora combattono. Li conosce bene Marianne, protagonista di Normal People, serie tv irlandese tratta dal romanzo di Sally Rooney, scrittrice manifesto della generazione dei millenials e disponibile su STARZPLAY. Marianne è la più delicata tra tutte le ragazze fragili delle serie tv. Perfetta su alcune cose, incasinata su tante altre: il suo carattere remissivo e accomodante, non la aiuta nel relazionarsi con gli altri, non fosse per Connell, il suo contraltare maschile nella serie.
‘Marianne ha avuto la sensazione che la vita vera stesse accadendo da qualche parte molto lontano da lì, che stesse accadendo senza di lei, e non sapeva se avrebbe mai scoperto dove e se sarebbe riuscita a farne parte’ – Normal People
Le ragazze incasinate possono essere anche molto ironiche nonostante le difficoltà, lo sanno bene Marnie, Sam e Jules, protagoniste di tre serie che rientrano perfettamente in questo filone: Pure (su Raiplay), Single Drunk Female e Dollface entrambe su Disney+.
Marnie è una ragazza di 24 anni che soffre di un raro disturbo ossessivo-compulsivo che le provoca costantemente pensieri e immagini sessuali, proiettati su chiunque, senza sesso, età o parentela. Marnie è ossessionata dal sesso e distrugge ogni rapporto che ha proprio per questo motivo.
Pure è una serie originale come poche, ironica, dissacrante.
Sam, in Single Drunk Female, com’è facile intuire dal titolo, soffre di alcolismo e nella serie la vediamo alle prese con un gruppo di sostegno e con le difficoltà che una trentenne che torna a vivere con sua madre nel piccolo paese in cui è nata, da New York, deve affrontare.
In Dollface, l’esuberante Kat Dennings interpreta Jules, messy girl irresistibile, la più divertente tra tutte, che dopo una rottura con il suo grande amore, si trova costretta a rimettere insieme – goffamente – i pezzi della sua vita, sempre a corto di soldi e con un lavoro che non la soddisfa.
Messy black girls nelle serie tv
Le messy girls però, non sono solo ragazze bianche privilegiate, e High Fidelity e Insecure ne sono un esempio: Rob e Issa, le protagoniste di queste due serie, sono due millenials black che hanno gli stessi problemi e le stesse caratteristiche che abbiamo ripercorso finora.
Se High Fidelity, disponibile su Disney+ e STARZPLAY si contraddistingue per la splendida interpretazione di Zöe Kravitz e la meravigliosa colonna sonora (la protagonista gestisce un negozio di vinili, quindi la musica è a tutti gli effetti tra i protagonisti), la seconda, Insecure, su Sky e NOW è interessante per il punto di vista della protagonista sul mondo black e sugli innumerevoli preconcetti che minano la serenità di una trentenne di colore in America.
Le flaky girls e il sesso
I Hate Suzie e I May Destroy You sono due serie tv con al centro protagoniste femminile come quelle appena descritte per le quali il sesso gioca un ruolo fondamentale, nel bene e nel male. Soprattutto nel male. I May Destroy You è una serie inglese del 2020 inedita purtroppo in Italia scritta e creata da Michaela Coel che interpreta Arabella, scrittrice di “Cronache di una millennial stufa”, che dopo una nottata passata a bere e ballare in compagnia ha difficoltà a ricordare cosa sia successo e si ritrova con un taglio in fronte e lo schermo del telefono infranto. La serie racconta con estremo realismo, la storia di una violenza sessuale e ha una potenza narrativa quasi inarrivabile.
Prima di I May Destroy You, Michaela Coel aveva esordito con la serie Chewing Gum, black comedy disponibile su Netflix, che racconta la storia di Tracey, ventiquattrenne ancora vergine decisa a fare sesso nonostante le difficoltà imposte dalla sua famiglia iper religiosa. Una flaky girl irriverente e poco privilegiata, irresistibile come poche.
Una sceneggiatura potente e originale, può vantarla anche I Hate Suzie, dramedy disponibile su Sky e NOW, interpretata da Billie Piper.. Quando il suo telefono viene hackerato, Suzie, attrice di successo, si ritrova a dover difendere famiglia e matrimonio per via di alcune foto di una sua scappatella che vengono diffuse in rete. Una serie che ironizza su cosa significhi essere donna, avere una propria libertà sessuale, scevra dal politicamente corretto e di come, di fronte all’adulterio, alle donne non venga mai concessa una seconda chance da parte dei benpensanti.
Suzie e Arabella sono due flaky girls più fragili delle altre, ferite, psicologicamente distrutte, che non hanno quasi il tempo di vivere la propria fragilità, poiché troppo impegnate a lottare per le ingiustizie subite.
Il concetto di ‘smarginatura’
‘Che le persone, ancor più delle cose, perdessero i loro margini e dilagassero senza forma è ciò che ha spaventato più Lila nel corso della sua vita. […] come temesse il possibile stravolgersi del corpo del marito, il suo deformarsi per le spinte interne delle voglie e delle rabbie o, al contrario, dei disegni subdoli, della viltà, […] e con essa ogni cosa intorno, i mobili, l’intero appartamento e lei stessa, sua moglie, spaccata, risucchiata in quel flusso sporco di materia viva’ – L’Amica Geniale
Ne L’Amica Geniale ricorre spesso il concetto di “smarginatura”, un tema di fondo che prende vita, investendo la protagonista Lila, in diversi momenti e diverse accezioni. La smarginatura si presenta per la protagonista, la più fragile tra tutte, come un azzerarsi della persona, della sua fisionomia e della perdita dei margini. Come un perdersi dentro un magma, smarrirsi nel caos circostante senza più ritrovarsi, senza tornare più come prima dopo ogni trauma.
Ecco, Lila, seppur protagonista di un romanzo italiano, poi divenuto serie, rappresenta forse l’emblema di tutte le nostre flaky girls, nonostante con loro non condivida la condizione di privilegiata: la miseria in cui nasce, vive e lotta, la rende unica rispetto a tutte le altre.
Lasciamo ora il mondo delle serie tv e continuiamo il nostro viaggio nel mondo del cinema e della letteratura per scoprire film e romanzi che stanno seguendo il filone narrativo anticipato da Girls e diventato manifesto di una generazione da Fleabag in avanti.
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