La recensione in anteprima e senza spoiler della nuova stagione da domani su Netflix.
La quinta stagione della serie di Ludovico Bessegato è giunta al giro di boa: è la prima non ispirata all’originale serie norvegese a cui si rifanno le precedenti quattro stagioni. Una stagione in arrivo domani su Netflix, già chiacchieratissima per via di alcuni spoiler trapelati dalla conferenza stampa di presentazione di lunedì a cui noi eravamo presenti.
Polemiche, scambi social al vetriolo, opinioni spesso non richieste di influencer e non, hanno sentenziato sulle sorti di Skam Italia 5 ancora prima di vedere i dieci episodi (da 25 minuti circa ciascuno) che compongono la stagione.
Facciamo un veloce passo indietro solo per dovere di cronaca per chi magari non bazzica troppo sui social e si è perso i recenti dibattiti virtuali.
La quintà stagione di SKAM Italia
Skam, in norvegese la parola significa “vergogna”, e nell’arco dei precedenti capitoli della serie, il racconto verte proprio su questo: un personaggio è al centro di ogni stagione, portatore di una problematica, motivo di imbarazzo e vergogna. Quest’anno è il turno di Elia, ragazzo schivo ma sempre sorridente, piacione e, finora, apparentemente esperto di sesso e relazioni.
Ma come tutti, anche Elia nasconde le sue fragilità: soffre di ipoplasia peniena, una forma patologica di micropene congenita, che gli provoca difficoltà relazionali, ansia da prestazione e da accettazione.
“Micropene”, questa è la parola al centro del dibattito social, giunta in trending topic pochi minuti dopo la conferenza stampa e lì rimasta per un paio di giorni tra chi si è scagliato a priori contro la serie per una scelta simile, chi invece a favore, in entrambi i casi, spesso senza neppure aver visto un episodio.
Dopo aver visto l’intera stagione in anteprima, eccoci qui per commentarla, senza entrare nel merito della polemica che sinceramente, poco ci interessa.
Da critici e appassionati della serie, soprattutto del genere teen drama in cui Skam Italia rientra pienamente, aspettavamo con grande emozione il ritorno sullo schermo, dopo due lunghi anni, di Gio, Eva e gli altri componenti del gruppo.
Un ritorno che, polemiche a parte, ci ha però convinti a metà.
La sfida per Ludovico Bessegato, regista e sceneggiatore, non era per nulla facile: non solo la quinta stagione è la prima che esula dall’originale norvegese, ma il finale della quarta aveva definitivamente chiuso un capitolo fondamentale per i protagonisti, a pochi giorni dalla maturità, in procinto dal lasciare il liceo Kennedy e iniziare un nuovo percorso di vita all’università.
Skam Italia – Dove eravamo rimasti?
In questi giorni è girato un video di Netflix molto divertente in cui uno dei personaggi secondari, Chicco Rodi, riassume in un audio di tre minuti gli ultimi avvenimenti al termine della stagione 4 (lo trovate qui).
Per farla breve, avevamo lasciato il gruppo a pochi giorni dagli esami, con le coppie praticamente tutte formate: Eva e Gio tornati insieme dopo diversi anni, Ele e Edo felici in America e ogni tanto in visita a Roma, Marti e Nico coppia collaudata e in procinto di andare a vivere insieme, Sana felice dell’affetto di Malik senza sbilanciarsi troppo come suo solito, Silvia e Luchino insieme nonostante l’abisso social(e) che li divide, Federica ed Elia single, quest’ultimo in procinto di uscire con Emma Covitti dopo anni di corteggiamento.
E poi, cos’è successo?
Non faremo spoiler qui di cosa accade ai singoli protagonisti, per non rovinarvi la sorpresa, soffermandoci invece su Elia e su ciò che si evince dal trailer: bocciato alla maturità, in crisi per problemi personali e relazionali, il ragazzo si ritrova costretto a ripetere l’anno in una scuola di cui gli importa poco, con nuove amicizie meno stimolanti rispetto agli amici di sempre, e con un lavoro noioso da svolgere per potersi pagare l’affitto a casa di Filo.
Un percorso in salita per Elia che, come vedremo, dovrà affrontare i suoi fantasmi dopo aver conosciuto Viola (Lea Gavino), una ragazza del collettivo scolastico conosciuta anni prima a un campus estivo, in quell’anno maledetto per Elia, in cui sua madre morì.
Paura, incertezza, vergogna: il personaggio di Elia, interpretato da Francesco Centorame, incarna perfettamente i valori e il messaggio che la serie vuole trasmettere: non aver paura di mostrare le proprie fragilità, accettarsi per ciò che si è, fare affidamento sul gruppo, perché, soprattutto da adolescenti, “nessuno si salva da solo”.
Sì, non stiamo parlando di temi nuovi all’interno del genere teen drama e seppur Skam Italia li riesca ad affrontare perfettamente, non è certo l’unica serie a centrare quest’obiettivo.
Euphoria, Never Have I Ever, We Are Who We Are sono solo altri esempi di show che raccontano in maniera impeccabile il mondo dei “quasi ventenni” d’oltreoceano.
In Italia, nonostante Summertime ci abbia provato senza riuscirci pienamente, non abbiamo esempi troppo virtuosi sul genere, a eccezione di Mare Fuori che però racconta un mondo totalmente diverso da quello di Skam.
Il pregio della serie di Ludovico Bessegato è quello di essere sincera, genuina, necessaria.
Le storie si basano su testimonianze vere raccolte dal regista e dal suo team all’interno di licei romani, per rendere ancor più veritiera e realistica una sceneggiatura già di per sé molto potente.
La serie si appoggia su un cast perfettamente collaudato e affiatato: i ragazzi sanno dare vita a un racconto corale spontaneo e unico, ed è proprio questa caratteristica che manca alla quinta stagione. Il racconto su Elia e Viola prende troppo il sopravvento, mettendo in ombra il resto dei personaggi, nonostante una ripresa nelle due puntate finali.
Troppo spazio al singolo, meno al gruppo, come invece era stato nelle stagioni precedenti in cui tutto era bilanciato perfettamente e sapientemente nell’arco della storia. Lo spazio emotivo spesso riempito dai personaggi secondari rimane, non fraintendeteci, ma è troppo ridotto e stona perché allo spettatore e ai fan, viene a mancare il proseguimento di alcune storyline altrettanto appassionanti come quella di Elia e Viola. Assenti del tutto alcuni protagonisti, quasi invisibili altri, c’è meno equilibrio e si sente ed è un peccato.
Di cosa parla SKAM Italia 5
Skam Italia 5 parla di stereotipi e bullismo, di accettazioni e insicurezza, di ansia da prestazione sessuale, problemi spesso frequenti a venti come a trenta, quaranta e cinquant’anni.
Ma la serie non si ferma qui, e si spinge oltre, forse troppo: parla di abusi su minori, e lo fa con una scelta che no, non ci sentiamo di appoggiare, all’interno della sceneggiatura. Un fulmine a ciel sereno troppo improbabile per sembrare plausibile che onestamente allontana la serie da quella sincerità genuina che, appunto la contraddistingue.
Un rischio calcolato, ma a nostro avviso non pienamente riuscito. La quinta stagione affronta temi importanti e urgenti nella società, soprattutto in quella italiana, problematiche che è giusto portare sullo schermo e fuori: nonostante non sia una stagione pienamente riuscita come le precedenti, è davvero un piacere avere serie tv così in Italia.
Sull’eventuale proseguimento della serie (Bessegato in conferenza stampa non ha escluso uno Skam 6) invece, sebbene a malincuore, ci auguriamo non accada: alcune storie, soprattutto quelle ben riuscite, la storia delle serie tv ci insegna, è meglio concluderle quando sono al top, per mantenerne intatto il ricordo, come una bella storia d’amore.