Dopo il successo di SKAM Italia, Ludovico Bessegato torna a raccontare gli adolescenti con “Prisma”, la nuova serie Amazon Original. L’abbiamo vista in anteprima: ecco perché vederla.
Ma voi, ve lo ricordate cosa significava avere sedici anni?
Essere adolescenti, a pochi passi dall’età adulta, a volte introversi oltremisura, altre invece fin troppo socievoli, in entrambi i casi col rischio di sembrare strani?
Ma soprattutto, avete la minima idea, di cosa significhi avere quella stessa età oggi, tra Internet e social network, musica trap e successo a ogni costo, e tutte le cose attorno che corrono alla velocità della luce?
Perché Ludovico Bessegato, classe 1983, regista e sceneggiatore di SKAM Italia, sembra ricordarselo benissimo, e lo conferma anche con la nuovissima Prisma, serie tv in 8 episodi disponibile dal 21 settembre su Prime Video.
Scritta da Bessegato con Alice Urciuolo e prodotta in Italia da Cross Productions per Amazon Studios, Prisma è una serie di formazione che racconta la storia, semplice e comune a molti adolescenti, di un gruppo di ragazzi e ragazze alle prese con sesso, relazioni, identità e scelte.
Il più classico dei teen drama, dallo stile molto italiano (non è ovviamente un difetto) e simile ad altri titoli che popolano il mondo (gettonatissimo) dei drammi adolescenziali.
Abbiamo visto l’intera stagione in anteprima e senza far spoiler vi raccontiamo qualcosa in più sulla serie e sul perché valga la pena vederla se amate i teen drama.
La trama di Prisma, la serie di Ludovico Bessegato
La storia ruota intorno alla complessa relazione tra l’identità, le aspirazioni, l’aspetto fisico e gli orientamenti sessuali di un gruppo di adolescenti di Latina. Protagonisti del racconto sono due gemelli, Marco e Andrea (interpretati da Mattia Carrano), all’apparenza identici ma profondamente diversi nelle inquietudini che esprimono. Il loro percorso di scoperta di sé sarà gioioso e turbolento insieme e coinvolgerà anche il loro numeroso gruppo di amici, tutti alla ricerca del proprio posto in un mondo in continuo cambiamento.
Il cast di Prisma
La serie è stata presentata in anteprima mondiale alla 75esima edizione del Locarno Film Festival ed è interpretata da Mattia Carrano, Lorenzo Zurzolo (Baby, Sotto il sole di Riccione), Caterina Forza, Chiara Bordi (modella e attrice, nel 2018 è stata la prima concorrente disabile a partecipare a Miss Italia), LXX Blood (trapper della scena musicale romana), Matteo Scattaretico, Flavia del Prete, Asia Patrignani, Andrea Giannini e Nico Guerzoni.
Perché vedere Prisma di Ludovico Bessegato
Prisma è una serie molto interessante, perfetta per chi vuole conoscere meglio la Generazione Z e per chi è appassionato di drammi adolescenziali delicati e non troppo “aggressive” (lontani da Euphoria, per capirci).
Nonostante il paragone con SKAM Italia (qui l’approfondimento sulla stagione 5), trattandosi di Ludovico Bessegato, sia inevitabile, guardando Prisma, la prima serie tv a cui abbiamo pensato, è stata in realtà Nudes (su Raiplay, ve ne parliamo qui), sia per alcune delle tematiche affrontate (sesso, identità fake e revenge porn), sia per lo stile “molto italiano” che la caratterizza, come abbiamo scritto all’inizio di questo articolo.
Uno stile riconducibile sicuramente alla scelta di ambientare la serie in provincia – ci spostiamo dal Trastevere di SKAM Italia a Latina – a quella di non smorzare minimamente l’accento dei ragazzi (molti di voi che con Strappare lungo i bordi di Zerocalcare hanno messo i sottotitoli, forse si ritroveranno a farlo anche qui), fino alla colonna sonora che alterna a pezzi trap italiani (tra cui Achille Lauro che appare anche in un cameo, Sangiovanni e molti altri), a un brano storico, sul finale, di Luigi Tenco.
Siamo lontanissimi dallo stile estetico e unico di Euphoria, distanti anni luce da quello ricercato e alternativo di We Are Who We Are, e ancor di più da quello più indie di The End of te F***ing World.
Prisma rientra in un filone italiano dove SKAM Italia la fa da padrone, posizionandosi un filo sotto a Nudes se consideriamo l’originalità della storia. Nulla di nuovo sotto ai riflettori se dobbiamo essere sinceri: accettazione di sé, coming of age e identità sessuale sono i temi portanti, a cui si aggiungono, nel corso della serie, il rapporto con gli adulti (qui molto più presenti che in serie, per esempio, come la già citata Euphoria) e il disagio nel sentirsi diversi, incompresi ed emarginati.
Vi starete chiedendo: dove sta allora la forza di Prisma?
Senza alcun dubbio nello stile delicato e inconfondibile di Bessegato nel descrivere e raccontare gli adolescenti di oggi, con un linguaggio contemporaneo e mai noioso, nonostante alcuni stereotipi, senza cadere mai in narrazioni deformate o in autoreferenzialità.
La sfida era difficile: condurre lo spettatore lontano da SKAM Italia e riuscire a farlo affezionare a Marco e Andrea (interpretati entrambi dal bravissimo Mattia Carrano) e al loro gruppo di amici, dimenticando per un attimo Martino, Elia, Eva e Sana. Ecco, magari per Marco e Andrea non proveremo lo stesso amore che nutriamo da anni per i ragazzi del Liceo Kennedy, ma anche a questi ragazzi, smarriti, spaventati e disorientati, è impossibile non voler bene in fondo.
La serie è interessante, ben sviluppata, con un’ottima fotografia e una colonna sonora perfetta, svolge il suo compito (quello di intrattenere) egregiamente, con delicatezza, però in fondo, avrebbe potuto (e forse dovuto) osare un po’ di più.