Un viaggio lungo una vita, attraverso i giorni, una storia memorabile a cui purtroppo non viene resa giustizia: One Day è su Netflix.
Questa frase è alla base di One Day, un romanzo (di Dave Nicholls) sulla poesia della vita di tutti i giorni e sul potere della nostalgia. Quello tra Dexter e Emma è un amore lungo una vita, vent’anni, un amore platonico che poco a poco diventa altro, fino a quel finale inaspettato e indimenticabile che non starò qui a descrivere per non rovinare la sorpresa a chi non lo conosce.
Il libro rappresenta per molti una pietra miliare della letteratura contemporanea, un coming of age e una storia d’amore che nel 2011 hanno portato anche a una trasposizione cinematografica – non del tutto soddisfacente – con Anne Hathaway e Jim Sturgess, un film che però, tutto sommato, ha reso felice molti fan di Nicholls.
La notizia dell’uscita della serie su Netflix – arrivata a pochi giorni da San Valentino – mi aveva lasciato un po’ spiazzata e ho guardato gli episodi in anteprima convinta che in fondo, della serie, non ne avessimo un gran bisogno. Al termine della visione, purtroppo, non posso dire di essermi ricreduta, anche se non tutto è da buttare via.
La serie se non avete letto il libro
Se arrivate a vedere One Day senza aver letto il romanzo, tutto sommato potreste apprezzarne alcune caratteristiche indubbiamente di qualità: su tutti un cast che funziona in molte parti, una colonna sonora che attraversa due decenni con sonorità tipiche di quegli anni e alcune location decisamente accattivanti.
Ambika Mod nelle vesti di Emma e Leo Woodall in quelle di Dex si sono rivelati una scelta azzeccata – sono entrambi molto bravi – solo fino a un certo punto però: tra i difetti principali di questa trasposizione seriale, spicca infatti l’assenza di chimica tra i due attori, elemento fondamentale nella storia di formazione e nella relazione sentimentale tra i due.
Altro elemento che potrebbe farvi guardare la serie in binge watching è la durata degli episodi: circa mezz’ora a puntata (in totale sono 14). Questa stessa caratteristica però, può rivelarsi anche un difetto, come vedremo tra poco.
La serie se siete fan del libro
Chi ha letto (e amato) il romanzo, non troverà la stessa intensità e drammaticità del racconto, quel senso di nostalgia costante e quella magia del 15 luglio di ogni anno, il giorno speciale in cui Dex ed Em si incontrano. La mancanza di intesa tra i due attori risulta amplificata anche dalla poco credibile distanza sociale tra i due personaggi: lui bello e ricco, lei modesta e timida, peculiarità che nel romanzo vengono rese benissimo dalle scelte di vita compiute da entrambi, ma che nella serie risultano stereotipate e non sono supportate da dialoghi solidi.
I personaggi non sono “tridimensionali” e seppur su alcune cose efficaci (quando recitano in solitaria soprattutto), sono piatti e poco approfonditi. La serie è lineare e si limita a seguire pedissequamente quanto narrato nel libro, senza aggiungere nulla o essere in grado di rendere onore alla drammaticità della storia, alla sua intensità e rilevanza emotiva. Un’occasione persa, vista la possibilità di “giocare” con la trama per ben 14 episodi: il risultato finale vede sono due protagonisti bidimensionali, piatti, privi di spessore e quasi incapaci creare empatia con lo spettatore. Spettatore, che nonostante “quel” finale, non penso sentirà la loro mancanza in futuro.
La colonna sonora di One Day
La soundtrack di One Day segue i due protagonisti nei vent’anni in cui, quel 15 luglio, si incontrano, e li accompagna nelle loro vite tra gioie, dolori, sconfitte e vittorie. Alcune canzoni iconiche segnano momenti importantissimi del loro percorso emotivo e relazionale: da Nick Drake ai Pixies, dai The Velvet Underground ai Blur.
E ancora Radiohead – con la splendida Thinking About You, Glory Box dei Portishead, Dreams dei The Cranberries o l’intramontabile Sonnet dei The Verve. Non mancano inoltre brani di Elliott Smith, di Lou Reed e Cat Power.
Le location di One Day
Non tutti sanno che poco distante dal castello di Edimburgo, sorge una collina, Arthur’s Seat, la massima elevazione del gruppo di colline che fanno parte del caratteristico Parco di Holyrood, al centro della città.
Un luogo inaspettato, affascinante e molto amato dai giovani scozzesi che lì si rilassano – pioggia permettendo – nei mesi più caldi. Sdraiati sull’erba, Dex ed Em trascorrono un pomeriggio speciale poco dopo essersi conosciuti e proprio da quel momento, non si lasciano più, in un modo o nell’altro, tra lettere, fotografie, telefonate, pensieri e momenti indimenticabili.
Edimburgo – e il suo fascino incredibile – è tra le location più presenti nella serie, dalla caratteristica università alle sue viuzze. Ma la vita porta Em e Dex in giro per l’Europa sin dal secondo episodio, e se tra le città che visitano e vivono spicca su tutte la nostra Roma (dal quartiere Monti a Campo de’ Fiori), non mancano moltissime scene girate a Londra – per alcuni anni entrambi vivono lì -, oltre a Parigi e alle Grecia.