Kaos: la serie Netflix sulla mitologia greca è una bella sorpresa

Nella società contemporanea gli dei vivono sulla Terra tra gli esseri umani, fieri della loro superiorità, guardando con sdegno i comuni mortali che iniziano a mostrare segni di insofferenza per le ingiustizie che quotidianamente devono affrontare.
Zeus, re degli dei, scopre di avere una ruga in fronte, diventa nevrotico e paranoico e si convince sia l’inizio della caduta sua e della sua stirpe, come predetto da una profezia della quale vede avvisaglie ovunque. La moglie Era non riesce a farlo ragionare e il figlio ribelle Dionisio mina ancor di più l’equilibrio della famiglia.

Nel mentre, Poseidone se ne infischia del bene dei comuni mortali e pensa solo a organizzare feste: alcuni però cominciano a rendersene conto e la stabilità divina inizia a vacillare.
Qui entrano in gioco Euridice, Orfeo, Ceneo e Arianna, persone con vite diverse, legate cosmicamente nella lotta contro Zeus e la caduta degli dei.

Arriva oggi su Netflix KAOS, serie tv inglese in 8 episodi (di un’oretta ciascuno) della sceneggiatrice Charlie Covell (la stessa di quel gioiellino di The End of the F***ing World) che rilegge la mitologia greca in chiave contemporanea e pop.
A guidare il cast di questa dark comedy, Jeff Goldblum nei panni di Zeus (ruolo inizialmente assegnato a Hugh Grant).
Nel cast spicca la presenza di Janet McTeer ( Era, la moglie di Zeus), Cliff Curtis (Poseidone), Aurora Perrineau (l’umana Riddi), Killian Scott (Orfeo), Misia Butler (Ceneo) e Leila Farzad (Arianna). Piccolo ruolo anche per Billie Piper (I Hate Suzie).
Tra le location italiane della serie, girata principalmente in Spagna, a Malaga, la Villa d’Este di Tivoli e la maestosa Reggia di Caserta.

Fnalmente Netflix ha tirato fuori dal cilindro un’idea nuova, originale, dalla scrittura brillante e sagace e dalla regia elegante e contemporanea. Un elegante uso alternato di colore e bianco e nero, la musica contemporanea a enfatizzare i momenti salienti della storia, i dialoghi ironici e mai banali, sono le carte vincenti di questa serie che arriva sul finire dell’estate come una piacevole sorpresa. La comicità iniziale, pur rimanendo in ogni episodio, lascia spazia a toni drammatici su temi universali, sul rapporto con la fede e con noi stessi, su paure e fragilità di ogni essere umano. Una serie da guardare con attenzione e concentrazione, e un’opportunità per ripassare la mitologia greca, argomento sempre affascinante.

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