“Cinque Giorni al Memorial” su Apple Tv+, Carlton Cuse e il cast ci raccontano la serie “cosa abbiamo imparato dopo Katrina?”
Five Days At Memorial – Cinque Giorni al Memorial su Apple Tv+ è la miniserie sull’ospedale travolto dall’uragano Katrina. Il creatore Carlton Cuse e parte del cast ci ha raccontato i temi della serie.
Five Days at Memorial – Cinque Giorni al Memorial è una miniserie che in 8 episodi racconta le vicende del Memorial Hospital finito al centro dell’emergenza durante l’uragano Katrina, senza possibilità di curare o evacuare i pazienti, con i medici costretti a prendere decisioni impensabili.
La serie è prodotta da ABC Signature e ha debuttato con i primi 3 episodi su Apple Tv+ il 12 agosto, con il finale poi previsto il 16 settembre.
La serie è sviluppata da Carlton Cuse e John Ridley, ispirata al libro di Sheri Fink, che anni fa era stato scelto da Ryan Murphy per American Crime Story, un progetto poi non andato in porto. La serie su Apple Tv+ si concentra sui difficili 5 giorni in cui l’ospedale è rimasto abbandonato al proprio destino mentre l’inondazione faceva saltare l’elettricità e l’umidità e il caldo avanzavano dopo che l’uragano Katrina travolse New Orleans il 29 agosto 2005. Passata la crisi vennero ritrovati 45 cadaveri, più di ogni altro ospedale. Cosa successe in quei giorni?
Abbiamo incontrato il creatore della serie Carlton Cuse in una tavola rotonda: “Lessi il libro appena uscito e ci vidi subito una storia potente che doveva essere raccontata, ma ho dovuto aspettare che altri, come Ryan Murphy, lavorassero al progetto. Nel frattempo l’avevo presentata a John Ridley” ha raccontato Cuse per spiegare il suo approccio al progetto.
“Il libro era il nostro punto di partenza ma è un adattamento” prosegue l’autore “Aaron Sorkin dice che un libro è una fotografia, un film è un dipinto. Abbiamo ricercato la componente più emotiva e abbiamo selezionato alcune delle storie del libro che a nostro avviso potevano essere significative“. Robert Pine, che nella serie interpreta l’anziano dottor Baltz ha sottolineato come “non è un documentario, è una rappresentazione, non abbiamo parlato con le persone che interpretiamo, tra l’altro il dottor Baltz è morto da tre anni; perchè abbiamo raccontato storie cercando di restituirne l’umanità“.
“Era importante il contesto di ogni decisione dei vari personaggi” prosegue Cuse “avevano poche informazioni e spesso sbagliate, hanno preso decisioni alla cieca. Per questo usare le immagini di repertorio o riprodurre fatti accaduti era importante, come il Presidente Bush che sorvola New Orleans senza fermarsi“.
L’assenza di giudizio
“Insieme a Ridley abbiamo ragionato sul modo migliore per raccontare questa storia“, ha spiegato Cuse, “eravamo fin da subito d’accordo come non era un nostro obiettivo emettere giudizi sulle persone coinvolte, volevamo che fossero gli spettatori a crearsi il proprio giudizio“. Secondo Robert Pine “la serie racconta delle storie senza emettere giudizi. In particolare ci si concentra sulle scelte dei personaggi. Tutti nella vita compiamo delle scelte, magari talvolta sbagliamo e sarebbe importante ammettere gli errori. Questo non succede, anche negli USA chi governa magari prende decisioni sbagliate ma non lo ammette mai“.
Cinque Giorni al Memorial e la ricostruzione
Naturalmente gli attori non hanno girato nel caldo e nell’umidità di New Orleans nei giorni di Katrina “siamo stati bravi a restituire quella sofferenza, ma siamo stati anche aiutati dallo staff che è riuscito a rendere vivida quella sofferenza” spiega Pine “anche se la difficoltà maggiore era restituire l’atmosfera da fine del mondo“.
Julie Ann Emery che interpreta Diane Robichaux ha evidenziato la difficoltà di interpretare una donna incinta in un contesto del genere, ringraziando il responsabile della produzione per la sua capacità di ricostruire l’ospedale.
Una sfida produttiva significativa, ci ha detto Carlton Cuse “abbiamo ricreato una piscina piena d’acqua per poter realizzare le scene in cui le persone si avvicinavano all’ospedale in barca“.
Adepero Oduye nella serie interpreta Karen Wynn e durante la tavola rotonda ha ribadito alla stampa internazionale, l’importanza della serie soprattutto per ricordare le vicende delle persone di colore nel periodo di Katrina.
Tutti hanno però concordato come l’emergenza pandemica abbia dimostrato come si sia fatto poco per migliorare la risposta del sistema sanitario alle emergenze “ho fiducia nelle persone che vi lavorano non nel sistema” ha specificato Cuse. Emery ha ricordato una frase detta al cast da Ridley citando Mark Twain “la storia non si ripete ma spesso fa rima con se stessa“.