Disponibile su Raiplay la seconda stagione di Stalk, la serie tv francese vincitrice del Premio Miglior Regia (Simon Bouisson) e il Premio Miglior Giovane Attore (Théo Fernandez) al Festival de la Fiction TV de La Rochelle 2019.
Secondo uno studio della società di software NortonLifeLock, il 49% della generazione Z e dei millennial di età compresa tra 18 e 39 anni, ha perseguitato i propri ex o partner online.
Un altro sondaggio globale che copre dieci paesi e oltre 10.000 intervistati indica che il 34% delle persone ha perseguitato un ex o un partner attuale online e il 28% non si è preoccupato del fatto che potrebbe essere il destinatario dell’attenzione degli stalker.
Mentre scorrere i profili social di un ex potrebbe non sembrare troppo inquietante, il 16% delle persone confessa di aver controllato i dispositivi del proprio partner senza il loro consenso, il 15% ha esaminato le cronologie di ricerca e il 12% ha affermato di conoscere la password dei propri partner e di usarle a proprio vantaggio. (fonte: CyberNews)
Questi numeri vi sorprendono?
Non dovrebbero più di tanto, se ci pensate bene: quante volte ci siamo ritrovati a osservare, a volte passivamente, a volte no, le vite degli altri? Ogni quanto andiamo a sbirciare i profili non solo dei nostri ex, ma anche di quegli amici con cui non abbiamo più contatti e che rimpiangiamo o detestiamo ma non abbastanza da smetterla di farci gli affari loro?
Tutti noi, almeno una volta (per essere ottimisti) abbiamo spiato i social network di qualcuno: molti di noi lo fanno in maniera ricorrente, altri sporadicamente, ma tutti siamo caduti in questa tentazione. Nessuno è innocente.
Per non parlare di chi controlla ossessivamente o saltuariamente il cellulare del proprio partner, nonostante sia consapevole di quanto sia enormemente sbagliato fare tutto ciò.
I dati di cui sopra riportano effettivamente numeri preoccupanti, per la privacy di ognuno di noi, ma anche per uno stile di vita pericoloso psicologicamente e nocivo per i più fragili.
Il crollo dell’autostima, la rabbia crescente, la preoccupazione e il senso di solitudine: osservare le vite altrui, senza sapersi controllare e senza la giusta lucidità, può portare a danni più o meno irreversibili in ognuno di noi.
La totale mancanza di privacy derivata dall’utilizzo smisurato di internet e dei social media ha portato a un punto di non ritorno, soprattutto le generazioni più giovani, nonostante le statistiche comprendano anche i millenials, che in alcuni casi, giovani non lo sono affatto.
Stalk, teen drama francese disponibile gratuitamente su Raiplay,
nel corso della seconda stagione (composta da 10 episodi) racconta esattamente questo: cosa significa comportarsi da stalker online, quali ripercussioni tale comportamento può avere nella propria vita e in quella altrui, e come sia semplice e immediato trasformassi da vittima a carnefice.
Cosa succede nella seconda stagione di Stalk? (no spoiler)
Nei dieci episodi della seconda stagione ritroviamo Lucas, alias Lux (interpretato da Théo Fernandez) e Alma (Carmen Kassovitz), alle prese con le rispettive nuove vite.
Lux, in particolare, è all’inizio del terzo anno alla ENSI, la scuola nazionale francese di scienze informatiche, una delle migliori al mondo. Non si è più reso protagonista di episodi di stalking, e insieme agli “Stalker’s Hunters” è pronto a vincere le elezioni studentesche. Tutto sembra filare liscio quando improvvisamente il suo stato di calma viene messo a rischio quando un misterioso stalker che si fa chiamare “Duca Bianco”, animato da quello che sembra un astio personale proprio contro Lux, prende il controllo della scuola. Chi è? E perché attaccare lui e le persone a cui tiene di più? Per proteggersi, reagire alle minacce e calmare l’isteria che dilaga in tutto il campus, Lux sarà costretto a ricadere nella sua vecchia dipendenza: lo stalking.
Perché vedere Stalk 2 su Raiplay
Stalk è una serie che affronta tematiche, come abbiamo visto, estremamente attuali e importanti da raccontare in particolare modo per sensibilizzare e informare le giovani generazioni.
Come nel caso di altre serie disponibili sulla piattaforma Raiplay, pensiamo a Nudes (di cui abbiamo parlato a lungo qui e qui) e a Mental, due teen drama decisamente ben riusciti che approfondiscono rispettivamente temi come il revenge porn e il cyberbullismo e il disagio psicologico tra i giovani, anche Stalk riveste un ruolo in parte educativo verso il suo pubblico.
Nonostante la seconda stagione sia meno diretta e più contorta in alcuni passaggi rispetto alla prima (riuscitissima invece sotto tutti i punti di vista) il disagio di Lux e del suo gruppo di amici e giovani stalker è raccontato in maniera realistica e profonda, seppur a tratti scioccante se pensiamo a quante possibilità di essere costantemente osservati siamo esposti a causa del web.
La stagione, auto conclusiva ma ugualmente aperta a un terzo capitolo, colpisce in particolare modo per la leggerezza con la quale molti dei giovani protagonisti acconsentono a stalkerare i propri ex senza alcuna apparente ripercussione psicologica nell’invadere la privacy di qualcun altro.
I dieci episodi (da meno di mezz’ora circa ciascuno) portano alla luce, ancora una volta in prodotti simili, debolezze e fragilità della GenZ, una generazione chiacchieratissima e forse, in fondo, ancora poco capita dagli adulti.
Una serie da vedere, e su cui riflettere, non importa di quale generazione facciate parte.